"I Crispano"

01-06-04

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UNA NOBILE CASATA,  “ I CRISPANO”

  

Premessa

(Geom. Salvatore Giuseppe Savariso)

 

Durante la ricerca  su internet, come gia anticipato nella premessa introduttiva,  è  venuta fuori, la presenza,  della   nobile ed antica famiglia,   “ i Crispano”.   Purtroppo non  si hanno  notizie circa le correlazioni con   il centro urbano,  anche sé  tutti gli indizi  sottendono  una diretta connessione.

Le prime notizie risalgono all'epoca al 1027.  Nel relativo documento   compare il nome di  “Iohannis Crispani”,  un proprietario terriero.  Le sue terre  erano ubicate presso un luogo chiamato “Anianum” (forse Agnano).

Da un sito d’araldica  risulta  che la casata proveniva dai dintorni di Napoli.      

Il titolo nobiliare  principale era quello di  duchi.

Lo  stemma nobiliare dei Crispano, o almeno di un ramo,   era il  seguente:

Spaccato; nel primo d'azzurro, al leone uscente d'oro; nel secondo di rosso, a due caprioli d'oro posti uno sopra l'altro.  Purtroppo a causa della cattiva qualità dell'immagine, estratta anch’essa da internet,  le figure non si vedono bene.

 

Alcuni membri 

(estratto da sito internet)

 

Landolfo Crispano

Visitando il sito internet del Duomo di Napoli , nella  Cappella della Maddalena, presso il transetto,  vi  si trovano i resti  funebri di Landolfo Crispano ,  morto nel 1372,  Gran Cancelliere della regina Giovanna I,  e di Domenico Crispano,  che della cappella curò un restauro nel 1678.

 Matteo Crispano

A Taranto, in epoca aragonese,  rinveniamo la figura di “Matteo Crispano”,  questi  ne fortifico il castello,  mediante  l’inserimento di una nuova torre, quella di S. Angelo,  questa iniziativa era inserita nella campagna di prevenzione contro il pericolo turco, che tramite il Canale d’Otranto, quindi dall’Albania, potevano invadere la Puglia. 

che certamente, grazie al suo nuovo "status", conobbe un momento particolarmente favorevole.

Nel 1485 il re Ferdinando I d’Aragona fu costretto a cedere, per pareggiare il bilancio, l’università di Laterza (provincia di Taranto)  al Consigliere Matteo Crispano.

Laura  Crispano

Da un sito genealogico abbiamo ritrovato una certa Laura, sposata con Andrea Gonzaga e madre di Vincenzo Gonzaga

Boffilo Crispano

Dal sito internet relativo al comune di Ponte, in provincia di Benevento, abbiamo estrapolato la seguente notizia:    Già  nel 1524, i Carafa avevano ceduto Castel Ponte a tal Boffilo Crispano ed a un prezzo di gran lunga maggiore, o per normale succedersi di cose o per necessario realizzo di danaro. Non ci è stato possibile appurarne la movenza. Come pure, non ci è stato possibile rintracciare notizie sulla mancata stipula con Margheritone Loffredo che, in attesa di perfezionamento del passaggio di possedimento, tenne il feudo per ben due anni, dal 1522 al 1524, anno questo dell'improvviso passaggio al Crispano.  Intanto si reputa opportuno ricordare che, il casato Loffredo, vanta anche lustro di nobiltà dappoiché, molti di essi, furono per lungo tempo marchesi di Trevico ed ebbero parentela con un ramo dei Caracciolo. Boffilo Crispano detiene il feudo sino al 1544.

Del casato di questo novello signore di Castel Ponte, sappiamo solo che, la famiglia, certamente originaria dei dintorni di Napoli, nel Principato, grazie ai buoni uffici dei Carafa, ebbe ad acquistare solo questa terra, ove restò per un ventennio senza far sentire il peso del proprio dominio. A Boffilo Crispano seguì nel 1544, Giovan Berardino Carbone.

 

I possedimenti  

(estratto da sito internet)

 

Tufara, provincia di Campobasso, Molise

Con R.R. del 13 marzo 1465 Ferrante I d'Aragona concesse Tufara in feudo a Giovanni della Candida.

La famiglia della Candida (diramazione della Filangieri) aveva vestito l'abito di Malta nel 1424. Giovanni (marito di Vannella o Giovannella Monforte) morì nel 1494, lasciando tre figlie femmine avute da tali nozze: Lucrezia, Eleonora e Beatrice.

Lucrezia primogenita fu l'erede per Tufara. Ella fu moglie a Giovanni de Cuncto, patrizio amalfitano, e morì senza prole nell'agosto 1512.

Eleonora le fu erede (consorte di Buffillo Crispano), la quale morì nel 1531.

La famiglia Crispano, feudale di Laterza in Basilicata e poi pur di Fragneto Monforte, apparteneva al patriziato ed era ascritta al Seggio di Capuana, forse fin dai tempi di Roberto d'Angiò.

Decio Crispano, prole di Buffillo e di Eleonora, fu l'erede materno per Tufara, e morì nel 1559. Nel palazzo marchesale, che tuttora sussiste nell'abitato, evvi allo spigolo l'arma dei Crispano col leone fiancheggiato dalle lettere D. e C. È la sigla di Decio Crispano, non sappiamo se edificatore o soltanto restauratore dell'edificio.

Erede di Decio fu il figlio Boffillo, in vita nel 1586; e successore di Boffillo junionre il proprio primogenito, del quale ignoriamo il nome, pur sapendo che conseguì il titolo marchesale sul luogo.

 Dianora Crispano (forse figliuola di lui) alienò il feudo nel 1629.

 La famiglia Crispano si estinse, per via femminile, nei Caracciolo principi di Avellino, ed aveva per arma uno scudo spaccato: nel primo di azzurro al leone uscente di oro, nel secondo di rosso col capriolo di oro.

San Nicola Dell'Alto,  provincia di Crotone, Calabria

San Nicola dell'Alto sorse nel XV sec. per opera di profughi albanesi che si stabilirono tra il monte S.Michele e il monte Pizzuto, località disabitata, ma rispondente a quelle caratteristiche montane, analoghe a quelle della "madre patria".La sua è una storia di dominazioni, fu feudo dei Canaviglia, degli Aragona, dei Pisciotta; quindi passò ai Marchesi, agli Spiriti, ai Rossi; nel corso del XVIII fu dei Moccia, dei Crispano ed infine dei Capecelatro.

Manduria, provincia di Taranto,  Puglia

Le prime notizie certe sul feudo di Manduria risalgono al 1339, anno in cui, nell'Archivio di Stato di Napoli, la città, col nome di Casalnuovo di Terra d'Otranto risulta infeudata alla famiglia de Hugot; da quell'anno fino alla fine del XVIII secolo si successero le Famiglie De Tremblayo, De Raho, Montefuscoli, Dentice, Castromediano, Bonifacio (nel XVI secolo), Crispano, Borromeo ed Imperiale.

 

Ferrazzano,  provincia di Campobasso, Molise

 Il territorio appartenne al ducato di Benevento, poi al castaldato di Bojano e in ultimo alla contea di Molise. Dal sec. XII fino all'estinzione del feudalesimo i possedimenti passarono ripetutamente di mano o per successione ereditaria o per compravendita: vi si succedettero quindi diverse famiglie feudali tra cui si ricordarono i Maffei (sec. XII), i di Giniaco (1269), i di Sangro (1292), i de Sus, i d'Aquino, i Luparia, i di Lando (1343), i Santangelo (1373), i Caldora (1425), i di Sangro (1443), i di Molisio, i Carafa (1478), i Crispano, i de Lucia (1579), i de Curtis (1600), i Vitigliano (1629), gli Almirante, i Ginetti, i Petitti (1723) ultima famiglia feudale.Nel 1811 Ferrazzano fu annesso al circondario di Campobasso.

Casoli, provincia di Chieti, Abruzzi

L'origine dell'abitato attuale si fissa attorno al Mille, ma insediamenti abitativi si ebbero a partire dal IV secolo a.C.. Tra i suoi feudatari ricordiamo gli Orsini, i Colonna, i Crispano, i d'Aquino.

Carfizzi,  provincia di Crotone, Calabria

Dopo il 1468 numerosi gruppi di albanesi, per sfuggire ai turchi, si rifugiarono nei territori di Irene, principessa di Bisignano e figlia del defunto re albanese Scanderberg. I rifugiati, in massima parte, si stabilirono sulla dorsale appenninica cosentina, altri invece preferirono avvicinarsi un pò più al mare, dal quale un tempo si traeva ricchezza. Si vuole che gli abitanti dell'antica Crisma, saliti sulle montagne per mettersi al riparo dagli attacchi saraceni, abbiano dato origine a tre villaggi: Carfidi, Trivio e Santa Venera, dai quali, intorno al 1530, prese vita Carfizzi (così detto, probabilmente, da Carfidi che assorbì gli altri due villaggetti. Fino al 1563 rimase infeudato alla famiglia Morano, già titolare del feudo di Santa Venera. Alienato ai Badolato (1563-1576) fu rivendicato dai Morano, estinti nel 1630 in casa Sersale. Passato per vendita ai De Filippis (1648), poi ai Pisciotta (1687), fu dei Moccia, che nel 1698 acquistarono il titolo di Duca, estinti nel 1732 nella famiglia Crispano. Nel 1767 questi lo vendevano ai Malena i quali così acquistarono il titolo di Marchese, e rimasero fino all'eversione della feudalità (1806).

Calopezzati,  provincia di Cosenza, Calabria

 Una lunga sequenza d’intestazioni feudali ebbe inizio con i Caputo: da Gualterello a Giovanni, quindi a Nita sua figlia, moglie di Galgano La Marra. Da questi, senza figli, il feudo passa a Covella Ruffo contessa d'Altomonte e per successione al primo marito Jacopuzzo della Marra, Signore di “Riuolo e Collepezzato” Con Covella Ruffo il feudo passa ai Sanseverino (1447) per successione del figlio Antonio nato dal suo secondo matrimonio con Ruggero Sanseverino conte di Tricarico. Salvo una momentanea sospensione, a causa della congiura dei Baroni a favore degli Abenante e dei Crispano, i Sanseverino decisero le sorti di Calopezzati fino al 1570. Seguirono gli Spinelli di Tarsia e quindi i Mandatoriccio che lo acquistarono nel 1598.

Altino, provincia di Chieti, Abruzzi

Città medievale antica, è stato accennato già nelle Leggi del dodicesimo secolo ed era sotto un certo numero di signori feudali differenti, quale il de Anichino, Diego de Moccia, Alvaro de Grado, Giovanni Vincenzo Crispano, le famiglie di Tovo, di Furia e di Paolucci. In 1861 ed in 1862 è stato attacato ripetutamente dai briganti e molte famiglie si sono mosse verso Casoli e Chieti.

 

Ultimo aggiornamento: 01-06-04